mercoledì 23 luglio 2014

Il violinista del diavolo. Paganini e Garret: due artisti stessa musica

Oggi carissimi vi voglio parlare di di un film a tema musicale, ma che non è un musical (così chi non ama il genere può rilassarsi!); è un'opera che racconta la storia di uno dei più importanti musicisti/compositori della musica romantica. Si tratta ovvero di Niccolò Paganini e l'opera di Bernard Rose è Il violinista del diavolo.
Paganini fin da bambino dimostra un talento e una predisposizione naturale per la musica, in particolare per il violino, strumento che adotta per tutta la sua carriera; tuttavia non viene compreso, dal padre in primis, e poi dal pubblico che snobba la sua arte perché non del tutto convenzionale con i canoni del suo tempo. Non riesce quindi a diventare famoso e riscuotere quel successo che gli spetta di diritto. Questo fino a quando compare nella sua vita un misterioso personaggio, tale Urbani, che gli propone un accordo: successo, fama e potere in vita in cambio della sua anima quando morirà. Paganini accetta senza indugi e da questo momento in poi ogni palcoscenico d'Europa è suo e ogni volta il successo è maggiore del precedente. Naturalmente con tutto ciò crescono anche i vizi del musicista: donne, gioco d'azzardo, stupefacenti lo corrompono gradualmente fin nel profondo, ma non riesce a farne a meno (Urbani tollera e a volte incoraggia per il suo fine ultimo).
Arrivato a Londra, tra polemiche e manifestazioni per il suo comportamento libertino, il musicista conosce la giovane Charlotte, pura e candida fanciulla dalla voce angelica che, forse unica, riesce a farlo innamorare veramente, la sola capace di redimerlo dal suo passato. Però Urbani non può accettare ciò e, con ogni stratagemma a sua disposizione, fa sì che il rapporto tra i due si incrini irrimediabilmente. Da questo momento in poi Paganini non sarà più lo stesso.
Anche se il film non si rifà esattamente alle vere vicissitudine dell'artista mette comunque in mostra il suo genio, il suo talento, dono che in pochissimi hanno (la mobilità delle sue dita è dovuta, paradossalmente, ad una rara patologia). Per questa sua capacità venne addirittura definito come "il violinista del diavolo" in quanto si sosteneva che avesse stretto un patto con quest'ultimo pur di raggiungere il successo. 
Tutto ciò non toglie che Paganini fosse inarrivabile nel suo genere tanto che si arrivò a consideralo il primo violino al mondo. Il regista punta su questo aspetto scegliendo come interprete del maestro un altro grande artista contemporaneo, il violinista David Garrett che, come lo stesso Paganini, sperimenta usi nuovi per il suo strumento. Entrambi lo riadattano per musica non solo da camera ma anche per stili più "forti", sul rock andante, mostrando tutte le possibilità dello strumento stesso. Il primo, innovatore, autodidatta, compositore e improvvisatore di quasi tutti i brani che suonava (tanto che circolava il detto "Paganini non ripete") viene rappresentato nel film come l'antesignano del rocker moderno, cappotto lungo in pelle, occhialini tondi e scuri e capelli lunghi perennemente in disordine; il secondo, attraverso la sua interpretazione, potrebbe essere visto come il suo successore ipotetico (musicalmente parlando).
La pellicola, sottolineo, non deve quindi considerarsi come un film su Paganini in senso stretto (non è ovvero un biopic) perché le differenze con la realtà sono molte, ma va osservato dal punto di vista musicale, per cogliere le somiglianze che ci sono tra due diversi musicisti, ognuno dei quali unico nel suo essere, ma che condividono una passione comune: l'arte della musica, il violino.
Se siete curiosi di approfondire il tema prettamente musicale vi consiglio il post a tema del blog della mia amica Erica in cui troverete molte informazioni interessanti. Di seguito il link per la consultazione.
http://piccoliviaggimusicali.blogspot.it/2014/07/danza-ungherese-n5-4-topolino-e-cult.html?spref=fb
Se ben si guarda l'impostazione del film ricorda quella scelta da Milos Forman per il suo Amadeus (sulla figura di Mozart) che riscosse grande successo alla sua uscita. Questo per dire che se Rose avesse realizzato una pellicola fedele alla storia del violinista probabilmente nessuno o veramente pochi l'avrebbero guardata, io inclusa. Pertanto se vi va di vederla lasciatevi solo guidare dalla musica!
                                                                                                                                       3 e mezzo 
  

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